LUCI E OMBRE
FABIO RENATO D'ETTORRE
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Luci e Ombre "percorre quei sentieri dello spirito in cui passato e presente si fondono inscindibilmente mostrando le venature luminose e oscure dell'interiorità". Così recita la prefazione al brano per clarinetto e chitarra, che ben si addice a questo intero programma. Un percorso fortemente influenzato da un clima mediterraneo, per le tenui tinte francofone dell'Elegia, per la sonorità ora sospese, ora incandescenti della Spagna di Habanera e Queimada, per il fascino partenopeo, magico e sanguigno, della Tarantella e i toni a volte orientaleggianti della Tripartita. Perchè nel rinvio ad ambienti culturali limitrofi, esplicito o solo alluso, convivono la magia e la poesia del viaggio simbolico, della metafora.
LUIGI BOCCHERINI- GUITAR WORKS
FERNANDO LEPRI
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FOUR HANDS PIANO WORKS-GAETANO DONIZETTI
MARY ELIZABETH SADUN-DANILO MANTO
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Questo cd contiene una serie di opere per pianoforte a quattro amni, scritte da Gaetano Donizetti. Musiche d'intrattentimento ma, allo stesso tempo, testimonianza del raffinato talento pianistico dell'autore-
GEORGE GERSHWIN - THE COMPLETE PIANO WORKS
MASSIMILIANO DAMERINI
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Torna, in una nuova edizione, l?album che raccoglie tutto il repertorio pianistico di George Gershwin. Con espressione ritmica e virtuosistica, il Maestro Massimiliano Damerini ripercorre il vario e complesso percorso del celebre musicista americano, eseguendo pagine che sono in perfetto equilibrio tra il jazz, la musica leggera e la musica colta, ulteriore testimonianza di un talento sfaccettato e versatile.
PARLAMI D'AMORE MARIU'-SERIE MUSIKSTRASSE
LEO NUCCI E SALOTTO OTTOCENTO ENSEMBLE
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Un omaggio alle più belle canzoni di Cesare Andrea Bixio, nell' esemplare interpretazione del grande baritono italiano Leo Nucci. L' arrangiamento per il gruppo da camera "Salotto Ottocento Ensemble" curato dal M° Paolo Marcarini, pianista e direttore dell'Ensemble, propone un risultato musicale dal gusto "classico" ma deliziosamente rievocativo dei sapori e dei sentimenti dell'epoca. "Mamma", "Il Tango delle capinere", "Violino tzigano", "La mia canzone al vento", "Torna piccina", "La strada nel bosco" e tante altre canzoni per un CD che prende il titolo dalla celeberrima "Parlami d'amore Mariù".
CHAMBER WORKS-GAETANO DONIZETTI
POLIMNIA ENSEMBLE
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In occasione della celebrazione del bicentenario della nascita di Donizetti, la Musikstrasse rende omaggio al musicista bergamasco con un CD che propone composizioni strumentali di un autore ben più noto come operista. Nella raffinata ed elegante esecuzione del Polimnia Ensemble, il CD offre l?ascolto di brani cameristici come lo Studio per clarinetto e la Sonata per oboe e pianoforte, oltre all?inedito Quartetto XVII° per archi, a testimonianza del cosidetto ?Ottocento strumentale italiano?, ovvero di una produzione musicale, spesso rimasta in ombra per la predominanza di quella operistica e oggi giustamente rivalutata dall?attenzione degli studiosi.
C.czerny-the Art Of Finger Dexterity-op.740
M.mosca-v.bresciani-s.cafaro-f.caramiell
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La tipologia dello studio ottocentesco fu stabilita una volta per tutte da Cramer, nello Studio per il pianoforte (1804-1810). Per Cramer lo studio è un pezzo relativamente breve, basato su un singolo disegno strumentale, il cui prevalente intento tecnico non deve prescindere da un valido contenuto musicale (a differenza dell'esercizio, che consiste nella mera ripetizione di una formula meccanica). Nello studio crameriano l'unità nel disegno strumentale (che resterà una caratteristica essenziale dello studio ottocentesco) discende a sua volta dal modello bachiano, mentre Domenico Scarlatti fu preso a esempio per la virtuosità della scrittura. Gli studi op. 740 si conformano a questa tipologia in maniera anche più rigida di quelli dello stesso Cramer. Ogni studio è contrassegnato da un titolo che ne indica la virtù pedagogica: Chiarezza nell'agilità (n. 3), Dolce saltellare e staccare (n. 9), Agilità nell'alternare le dita (n. 11), e così via. Czerny, nell'impresa di codificare gli stili e le scritture pianistiche esistenti, si avvalse della propria facilità di scrittura e della propria capacità di imitazione. A un nucleo di studi clementiani (come i numeri 1, 5, 27, 28, 32, 34, 50), dalla sonorità potente e dalle ampie dimensioni, se ne aggiungono altri nello stile più conciso di Cramer (ad es. i nn. 8, 37, 41), mentre l'influenza di Hummel sembra affacciarsi negli studi come i nn. 3, 4, 6, 7, 9, 10,13, 18, 29 e 30, improntati a una scrittura aerea ed elegante. Ma gli studi op. 740 offrono anche esempi di linguaggi musicali al di fuori del genere didattico: echi del Flauto magico si sentono nello studio n. 11, ad esempio, e i nn. 18 e 45 risentono di una dolcezza quasi mendelssohniana. La funzione storica di Czerny non si limitò però alla sistemazione dell'edificio del pianismo classico: studi come i nn. 2, 31, 36 e 50 vanno già in direzione dell'impiego simultaneo di due o più registri per la mano destra: una tecnica che, estranea alla concezione di Clementi e - salvo un pugno di eccezioni- anche a quella di Beethoven, diventerà un contrassegno dello stile del più famoso allievo di Czerny, Franz Listz.
PIANO WORKS-CARL MARIA VON WEBER
STEFANIA CAFARO
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Le opere per pianoforte contenute in questo cd testimoniano il grande virtuosismo e la forza comunicativa di Carl Maria von Weber. Sebbene questo autore sia rimasto per molto tempo sconosciuto al grande pubblico e sia stato spesso escluso dal repertorio dei più celebri pianisti, la sua produzione è interessante in quanto contiene in nuce una serie di importanti elementi di cui hanno fatto tesoro i grandi romantici. Le opere di Carl Maria von Weber sono interpretate dalla pianista siciliana Stefania Cafaro.
Ave Maria 2
Vari
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Spiritualità e fede nella musica dei grandi compositori. Brani di Donizetti, Mahler, Debussy, Respighi e tanti altri. Il secondo volume della serie distribuita dal quotidiano "L'unità".
CASTELNUOVO TEDESCO-GUITAR CHAMBER MUSIC
ARTURO TALLINI
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C.czerny-the Art Of Finger Dexterity-op.740
M.mosca-v.bresciani-s.cafaro-f.caramiell
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La tipologia dello studio ottocentesco fu stabilita una volta per tutte da Cramer, nello Studio per il pianoforte (1804-1810). Per Cramer lo studio è un pezzo relativamente breve, basato su un singolo disegno strumentale, il cui prevalente intento tecnico non deve prescindere da un valido contenuto musicale (a differenza dell'esercizio, che consiste nella mera ripetizione di una formula meccanica). Nello studio crameriano l'unità nel disegno strumentale (che resterà una caratteristica essenziale dello studio ottocentesco) discende a sua volta dal modello bachiano, mentre Domenico Scarlatti fu preso a esempio per la virtuosità della scrittura. Gli studi op. 740 si conformano a questa tipologia in maniera anche più rigida di quelli dello stesso Cramer. Ogni studio è contrassegnato da un titolo che ne indica la virtù pedagogica: Chiarezza nell'agilità (n. 3), Dolce saltellare e staccare (n. 9), Agilità nell'alternare le dita (n. 11), e così via. Czerny, nell'impresa di codificare gli stili e le scritture pianistiche esistenti, si avvalse della propria facilità di scrittura e della propria capacità di imitazione. A un nucleo di studi clementiani (come i numeri 1, 5, 27, 28, 32, 34, 50), dalla sonorità potente e dalle ampie dimensioni, se ne aggiungono altri nello stile più conciso di Cramer (ad es. i nn. 8, 37, 41), mentre l'influenza di Hummel sembra affacciarsi negli studi come i nn. 3, 4, 6, 7, 9, 10,13, 18, 29 e 30, improntati a una scrittura aerea ed elegante. Ma gli studi op. 740 offrono anche esempi di linguaggi musicali al di fuori del genere didattico: echi del Flauto magico si sentono nello studio n. 11, ad esempio, e i nn. 18 e 45 risentono di una dolcezza quasi mendelssohniana. La funzione storica di Czerny non si limitò però alla sistemazione dell'edificio del pianismo classico: studi come i nn. 2, 31, 36 e 50 vanno già in direzione dell'impiego simultaneo di due o più registri per la mano destra: una tecnica che, estranea alla concezione di Clementi e - salvo un pugno di eccezioni- anche a quella di Beethoven, diventerà un contrassegno dello stile del più famoso allievo di Czerny, Franz Listz.
Chopin-piano Works
Vladimir Sofronizkij
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Questo CD rende omaggio al leggendario pianista russo e al suo magico tocco. Si tratta di registrazioni inedite preziosissime, testimonianza della genialità di un interprete la cui fama si diffuse nel mondo solo dopo la morte, avvenuta a Mosca nel 1961. Un artista di cui ancora oggi apprezziamo il personalissimo modo di far cantare il pianoforte e di fraseggiare, soprattutto nelle interpretazioni del suo amato Chopin o di Skriabin, del quale fu genero. Questo CD, grazie alla qualità del suono, permette di godere dell'ascolto di queste indimenticabili esecuzioni registrate a Mosca nel 1959.
CASTELNUOVO TEDESCO-GUITAR CHAMBER MUSIC
ARTURO TALLINI
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C.czerny-the Art Of Finger Dexterity-op.740
M.mosca-v.bresciani-s.cafaro-f.caramiell
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La tipologia dello studio ottocentesco fu stabilita una volta per tutte da Cramer, nello Studio per il pianoforte (1804-1810). Per Cramer lo studio è un pezzo relativamente breve, basato su un singolo disegno strumentale, il cui prevalente intento tecnico non deve prescindere da un valido contenuto musicale (a differenza dell'esercizio, che consiste nella mera ripetizione di una formula meccanica). Nello studio crameriano l'unità nel disegno strumentale (che resterà una caratteristica essenziale dello studio ottocentesco) discende a sua volta dal modello bachiano, mentre Domenico Scarlatti fu preso a esempio per la virtuosità della scrittura. Gli studi op. 740 si conformano a questa tipologia in maniera anche più rigida di quelli dello stesso Cramer. Ogni studio è contrassegnato da un titolo che ne indica la virtù pedagogica: Chiarezza nell'agilità (n. 3), Dolce saltellare e staccare (n. 9), Agilità nell'alternare le dita (n. 11), e così via. Czerny, nell'impresa di codificare gli stili e le scritture pianistiche esistenti, si avvalse della propria facilità di scrittura e della propria capacità di imitazione. A un nucleo di studi clementiani (come i numeri 1, 5, 27, 28, 32, 34, 50), dalla sonorità potente e dalle ampie dimensioni, se ne aggiungono altri nello stile più conciso di Cramer (ad es. i nn. 8, 37, 41), mentre l'influenza di Hummel sembra affacciarsi negli studi come i nn. 3, 4, 6, 7, 9, 10,13, 18, 29 e 30, improntati a una scrittura aerea ed elegante. Ma gli studi op. 740 offrono anche esempi di linguaggi musicali al di fuori del genere didattico: echi del Flauto magico si sentono nello studio n. 11, ad esempio, e i nn. 18 e 45 risentono di una dolcezza quasi mendelssohniana. La funzione storica di Czerny non si limitò però alla sistemazione dell'edificio del pianismo classico: studi come i nn. 2, 31, 36 e 50 vanno già in direzione dell'impiego simultaneo di due o più registri per la mano destra: una tecnica che, estranea alla concezione di Clementi e - salvo un pugno di eccezioni- anche a quella di Beethoven, diventerà un contrassegno dello stile del più famoso allievo di Czerny, Franz Listz.
KZ MUSIK VOL.1
A.DE LEONARDIS/L.GRANATIERO/L.APRILE/A.S
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LUIGI BOCCHERINI-6 QUINTETTI OP.56
QUARTETTO ELISA-PIERO BARBARESCHI
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i Sei Quintetti con pianoforte op. 56 sono frutto dell'estrema stagione creativa di Luigi Boccherini. Ognuna di queste opere è stata concepita per differenziarsi da tutte le altre, nel suono complessivo, nell'andamento ritmico, nella conduzione armonica. La costruzione della forma si basa sempre sull'evento imprevedibile e sulla sorpresa. Le opere vengono qui eseguite da Piero Barbareschi(piano) e dal Quartetto Elisa.
LUIGI BOCCHERINI-GUITAR WORKS
F.LEPRI-G.GALIA-QUARTETTO DI ROMA
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Questo è un cd didattico che contiene le composizioni di Luigi Boccherini realizzate come basi strumentali che possono da un lato contribuire alla formazione o all'ampliamento del repertorio di musica cameristica, dall'altro fornire uno stimolo a praticare la vera musica d'insieme. I brani sono stati incisi prima senza chitarra. Questa è stata registrata in un secondo momento per dimostrare che si possono ottenere risultati gratificanti suonando accompagnati da una base preregistrata. L'utilizzo del CD è molto semplice: è necessario accordarsi con il La a 440 hz. con un diapason.
IGOR STRAWINSKY- THE COMPLETE PIANO WORKS
ANTONIO BACCHELLI
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Un altro importante pianista italiano, prematuramente scomparso nel 1986, è Antonio Bacchelli che esegue, in questo doppio CD, l'opera pianistica di Igor Stravinsky. L?intento della Musikstrasse è quello di rimettere in circolazione le belle registrazioni di questo programma, effettuate dal maestro Bacchelli nel 1980 presso l'auditorium di Radio Montebeni e sin da allora largamente apprezzate.
GIOACHINO ROSSINI-ALBUM POUR LES ENFANTS ADOLESCENTS
MICHELE CAMPANELLA
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Una delle più prestigiose produzioni Musikstrasse è il CD inciso dal Maestro Michele Campanella dedicato al rossiniano "Album pour les enfants adolescents", tratto dalla più ampia raccolta dei Péchés de vieillesse, di cui esistono poche testimonianze discografiche. Affidato alla esemplare interpretazione del Maestro napoletano, il CD costituisce un?assoluta rarità musicale ed editoriale.
C.czerny-the Art Of Finger Dexterity-op.740
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La tipologia dello studio ottocentesco fu stabilita una volta per tutte da Cramer, nello Studio per il pianoforte (1804-1810). Per Cramer lo studio è un pezzo relativamente breve, basato su un singolo disegno strumentale, il cui prevalente intento tecnico non deve prescindere da un valido contenuto musicale (a differenza dell'esercizio, che consiste nella mera ripetizione di una formula meccanica). Nello studio crameriano l'unità nel disegno strumentale (che resterà una caratteristica essenziale dello studio ottocentesco) discende a sua volta dal modello bachiano, mentre Domenico Scarlatti fu preso a esempio per la virtuosità della scrittura. Gli studi op. 740 si conformano a questa tipologia in maniera anche più rigida di quelli dello stesso Cramer. Ogni studio è contrassegnato da un titolo che ne indica la virtù pedagogica: Chiarezza nell'agilità (n. 3), Dolce saltellare e staccare (n. 9), Agilità nell'alternare le dita (n. 11), e così via. Czerny, nell'impresa di codificare gli stili e le scritture pianistiche esistenti, si avvalse della propria facilità di scrittura e della propria capacità di imitazione. A un nucleo di studi clementiani (come i numeri 1, 5, 27, 28, 32, 34, 50), dalla sonorità potente e dalle ampie dimensioni, se ne aggiungono altri nello stile più conciso di Cramer (ad es. i nn. 8, 37, 41), mentre l'influenza di Hummel sembra affacciarsi negli studi come i nn. 3, 4, 6, 7, 9, 10,13, 18, 29 e 30, improntati a una scrittura aerea ed elegante. Ma gli studi op. 740 offrono anche esempi di linguaggi musicali al di fuori del genere didattico: echi del Flauto magico si sentono nello studio n. 11, ad esempio, e i nn. 18 e 45 risentono di una dolcezza quasi mendelssohniana. La funzione storica di Czerny non si limitò però alla sistemazione dell'edificio del pianismo classico: studi come i nn. 2, 31, 36 e 50 vanno già in direzione dell'impiego simultaneo di due o più registri per la mano destra: una tecnica che, estranea alla concezione di Clementi e - salvo un pugno di eccezioni- anche a quella di Beethoven, diventerà un contrassegno dello stile del più famoso allievo di Czerny, Franz Listz.